So quel che mangio 1 – IL BIOLOGICO NELLE MARCHE – I NUMERI

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Numeri del biologico nelle Marche_02Le Marche sono state delle vere e proprie pioniere del biologico sin dal 1978, quando cominciò a diffondersi questo metodo di produzione sul territorio regionale. Seguì nei primi anni ’80 l’organizzazione delle attività produttive da parte degli agricoltori biologici (coop Alce Nero, coop. La terra e il cielo e altre) e nel 1990 venne approvata la prima legge regionale, tra le prime in Italia, n. 57 “Norme per l’agricoltura biologica”, che fissava le regole di coltivazione biologica e stanziava i primi incentivi per la sua realizzazione.
Il provvedimento regionale anticipava le disposizioni europee del 1991 e del 1992.
In questi trent’anni nelle Marche, il metodo e la pratica colturale si sono diffusi rapidamente. Attualmente sono 2.449 le aziende agricole biologiche sul territorio con una superficie a conduzione biologica regionale di  57.030 ettari pari al 12,74% della superficie agricola utilizzata (SAU) regionale (media nazionale: 11,17%).
Le principali colture biologiche praticate sono quelle per cui la regione è vocata:

  • i cereali che nel 2014 sono stati coltivati su 10.979 ettari, caratterizzano anche il principale prodotto biologico “pasta”, commercializzato soprattutto all’estero, e il cui settore rappresenta la prima filiera biologica regionale,  e
  • la vite che raggiunge i 3.752 ettari di superficie investita (al 4° posto dopo Sicilia, Puglia e Toscana) pari al 20% della viticoltura regionale con una qualificata produzione di vini biologici (consorzio TERROIR Marche – vignaioli bio, che associa 13 cantine)

Numeri del biologico nelle Marche(Nel 2015 gli agricoltori biologici con vigneto sono arrivati a 694 unità, pari al 16% delle 4.294 aziende viticole marchigiane con una superficie complessiva di 4.282 ettari  pari al 25% della superficie totale regionale di 17.000 ettari  con una superficie aziendale superiore del 60% a quella dei viticoltori convenzionali).
Oggi, grazie all’evoluzione delle tecniche di coltivazione che hanno permesso di ridurre le differenze di produzione con le colture convenzionali e grazie all’aumento della richiesta di tali prodotti da parte dei consumatori, si sta assistendo ad una nuova prospettiva per il settore biologico. Oltre alla produzione di alimenti di alta qualità inoltre, gli agricoltori biologici, nell’ambito della multifunzionalità aziendale, forniscono anche altri servizi come ad esempio quello dell’ospitalità che si realizza in 168 strutture aziendali pari al 18,4% dei  913 agriturismi  operanti nella Regione Marche nel 2014 (3° regione in ambito nazionale dopo Toscana ed Emilia Romagna).
Per quanto riguarda invece la zootecnia biologica tradizionale nelle Marche, una annotazione particolare riguarda il settore avicolo. Nei due filoni “uova” (Monaldi a Petritoli – Fermo) e “carne” (Fileni  a Cingoli – MC), si sono sviluppate iniziative di rilevanza nazionale che hanno permesso di diffondere, mediante il contratto di “soccida”, gli allevamenti su tutto il territorio regionale. È da questo ambito regionale che, come previsto dalle norme europee, deve provenire parte delle materie prime (min. 20%) necessarie per la formulazione dei mangimi e, per questo motivo, è importante lo sviluppo di una filiera legata alle materie utilizzate per l’alimentazione degli animali. Nel settore zootecnico è compresa anche l’acquacoltura, da poco con la certificazione biologica, in cui la Regione Marche conta un 10% delle aziende nazionali dopo Veneto, Emilia e Puglia con iniziative, anche in questo caso, di rilevanza nazionale ubicate nell’entroterra appenninico. (Eredi Rossi Silvio a Sefro – MC).
In sintesi il settore continua a dare segnali positivi: lo confermano i dati elaborati dal SINAB, il Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica, sulla base delle informazioni trasmesse da Organismi di Controllo e i dati regionali e nazionali di Sib relativi al 2015. Anche i consumi proseguono la loro crescita, con un incremento nel 2015 compreso tra il 15 ed il 20%. Sicuramente tale progressione è stata favorita dal leggero miglioramento del quadro economico generale, ma anche e soprattutto da una consapevolezza e informazione più diffusa tra i consumatori. Nei primi mesi di quest’anno gli acquisti di prodotti bio sono ancora in aumento.

Claudia Pasquini – Comunicato stampa Regione Marche

Per saperne di più sull’incontro svoltosi in Regione “Il biologico, futuro delle Marche” clicca qui

Scarica qui la ricerca della Società di studi economici Nomisma su “I numeri chiave del bio

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