Ieri, una corona per le 27 vittime del bombardamento nel 1944 di Bellisio Solfare

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monumento asiloPergola – Anche questo anno, il Sindaco di Pergola, Francesco Baldelli, ha deposto una corona al cippo che ricorda le vittime del bombardamento di Bellisio Solfare che il 10 Giugno del ‘44 causò 27  vittime.  Furono colpite solo abitazioni civili inclusa la Chiesa e il contiguo asilo. Giampiero Buratti,  tra i primi ad impegnarsi per far emergere la verità storica di questo bombardamento, racconta e contestualizza i crudeli fatti.
bombar chiesa 2 non modificato digit“Perirono – scrive Giampiero Buratti – tutti i bambini presenti con le sei suore preposte oltre le ragazzine che frequentavano la scuola di ricamo. Il numero dei caduti è tuttora incerto in quanto i corpi furono straziati e alcune membra talmente frammentate che fu impossibile per molti la ricomposizione e finirono frazionate in bare diverse. Altri, irriconoscibili, furono ritrovati tra le macerie dopo due mesi di calura estiva.
Mosso dalla passione della verità storica e da ragioni personali mi sono prodigato presso l’ambasciata Inglese a Roma e presso gli archivi di guerra americani ed ho rintracciato la cronaca e molti dettagli di quel luttuoso evento.
L’ordine operativo di missione fu fatto dal Quartiere Generale Alleato del 321° Gruppo Bombardieri di stanza in Corsica, con il quale s’iB 25 MITCHELmpartiva l’ordine di bombardare Sassoferrato e Bellisio Solfare. Il documento cita i due squadroni (448° e 445°) di 9 veicoli ciascuno e il tipo degli aerei ( B25 Mitchel). Per ogni aereo sono menzionati i nomi dei militari che hanno preso parte all’azione. Furono sganciate su Bellisio 51 bombe da 4,5 quintali ciascuna. Si era sempre ritenuto erroneamente eroneche il raid fosse della RAF Inglese che da me interpellata negò decisamente la responsabilità e mi indicò il percorso da seguire presso gli archivi americani. Questo dimostra lo scarso interesse delle istituzioni dell’epoca a fare luce su questo evento. Sicuramente gli aerei intendevano colpire i ponti della ferrovia Fabriano – Pergola.
Tutti i bambini, le suore e le inservienti dell’asilo perirono sotto il bombardamento. Non è pensabile che il vecchio parroco non abbia lasciato tracce di quella tragedia. Nulla è stato conservato perché si voleva dimenticare.  Un silenzio inspiegabile che ha cancellato per oltre 40 anni la memoria di questo funesto evento. Bellisio nel dopoguerra si è svuotata; tanti sono emigrati e ciò ha contribuito ad attutire i brutti ricordi. Solo l’impegno dei consiglieri Giuliano Droghini e Graziano Giuliani, sollecitati dall’indignazione dei bellisiani rimasti, ha convinto la comunità, dopo 40 anni, a rimuovere l’amnesia e dedicare finalmente un cippo in ricordo dei caduti. Va inoltre dato merito al signor Mario Beci che verso la fine del millennio, nel suo libro “Pegola e i suoi dintorni 1943-1944”, ha dedicato un capitolo al bombardamento di Bellisio e ha cercato di ricostruire i fatti, soprattutto per bombardamento suorequanto concerne il dopo evento e cioè i soccorsi, il recupero dei poveri resti e l’identità delle vittime. Per quanto riguarda il bombardamento vero e proprio, il signor Beci si è basato su alcune testimonianze che egli stesso ha trovato frammentarie e contraddittorie.
B 25 JCon l’intento di sciogliere alcuni di questi dubbi,  ci siamo mossi in tutte le direzioni. Tra le tante abbiamo anche contattato l’archivio storico della RAF (aviazione militare britannica) e dopo diversi tentativi la nostra testardaggine è stata premiata. Con stupore abbiamo appreso che la RAF nega di aver mai bombardato la nostra area geografica. Gli Inglesi però non si sono limitati alla pura e semplice negazione, ma ci hanno ragguagliato con dettagli e indicazioni che ci hanno permesso di ricostruire l’evento. Sembra che il Quartiere Generale delle Forze Aere Alleate per il Mediterraneo (MATAF) avesse deciso, fin dal Maggio del 43, una serie di attacchi aerei coordinati contro le linee di comunicazione tedesche in Italia. L’Operazione era denominata DIADEM. Gli attacchi furono effettuati dalla aviazione statunitense che operava in Corsica. Nella fattispecie l’incursione su Bellisio Solfare venne effettuata il 10 Giugno 1944 alle ore 11 da 18 bombardieri americani MITCHELL B-25 di cui 9 appartenenti al 321° Gruppo di bombardamento ed altri 9 aerei al 57° Stormo decollati dalla basi aeree della Corsica. L’obiettivo era quello di distruggere i ponti della ferrovia Fabriano – Urbino e precisamente in località Sassoferrato e Bellisio Solfare. Tuttora permane il mistero di chi abbia potuto segnalare alle Forze Alleate queste località. Indubbiamente dalla stazione ferroviaria di Bellisio partivano giornalmente per Fabriano, con destinazione Germania, due treni carichi di ben 700 tonnellate di zolfo provenienti dalla locale raffineria. E’ probabile che questa notizia sia stata passata agli alleati dai comandi partigiani operanti nella zona di Frontone e/o di Arcevia. Purtroppo non fu valutata l’estrema difficoltà e la pericolosità di bombardare dei siti troppo a ridosso delle montagne e inseriti in un’area densamente abitata.
bombar chiesa 1Infatti, una prima sintetica e scarna relazione delle forze aeree USA sostiene che la missione del 10 Giugno ’44 attaccò il viadotto ferroviario di Sassoferrato e l’obiettivo fu mancato a causa di un errore di navigazione. Il raid continuò verso Bellisio Solfare ed il rapporto segnala che lo schema di bombardamento ebbe una buona copertura dell’obiettivo  e fu danneggiato il lato sud di un ponte. Tutti noi sappiamo che quest’ultima affermazione è falsa in quanto i ponti di Bellisio rimasero illesi, ma si può intuire la ragione di quest’affermazione: i comandanti dei due squadroni aerei statunitensi non vollero riconoscere di avere mancato l’obiettivo ed ammettere la loro imperizia.
Il rapporto sostiene inoltre che furono sganciate 51 bombe da 4,5 quintali ciascuna e ci fa pensare che l’esito poteva sicuramente essere più devastante. Abbiamo chiesto all’archivio storico delle forze aeree USA la relazione completa di questa missione che, sebbene non ci sia stata aprioristicamente negata, tarda ad arrivare. Inoltre è noto che questi raid venivano in genere filmati e fotografati e ci aspettiamo dagli americani anche questa documentazione.
Le testimonianze da noi raccolte concordano con il rapporto degli alleati, fatta eccezione per l’obiettivo mancato.  Il signor Metello Lattanzi, allora diciottenne, assistette al bombardamento dalle colline prossime a Col Ventoso, un chilometro a nord tra Bellisio e Pergola. Egli ricorda chiaramente di avere visto due stormi aerei, composti di 9 velivoli ciascuno e distanziati di poche centinaia di metri, provenire da monte Romano e sganciare numerose bombe lungo il loro percorso.  Le ultime furono lanciate in aperta campagna lontane dal paese. Tutti i ponti della ferrovia e della strada rimasero illesi, ma tutte le abitazioni prossime agli obiettivi vennero distrutte con le conseguenze che sappiamo.
Gli abitanti di Bellisio, contattati a seguito di questa nostra inchiesta, ribadiscono ancora dopo tutti questi anni, il loro disappunto al fatto che questa tragedia sia sempre stata accantonata. Il sacrificio delle vittime e il dolore di tante famiglie sembrano non essere mai stati recepiti come una sciagura di tutta la comunità pergolese. Ci facciamo interpreti delle loro giuste lamentele invitando le autorità locali ad onorare la memoria dei caduti dedicando almeno il nome di una via o di una piazza di Bellisio a questo tragico evento.”

 

PER APPROFONDIMENTI

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