Cabernardi: storia di una Miniera #2

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Cartina delle aree relative alle tre concessioni: Vallotica (chiamata anche Percozzone) – Cabernardi – Caparucci

Le prime concessioni di ricerca dello zolfo, datate 24 Novembre 1873, e approvate dal Regio Prefetto della Provincia di Ancona, vennero concesse in località Cafabbri ai signori Pacifico Bruni e Francesco Togni e in località Pianelle ai sopracitati Bruni e Togni insieme ai signori Romeo Romei e Costantino Ottaviani.
Le richieste arrivarono molto probabilmente a seguito delle casuali scoperte di zolfo avvenute, intorno al 1870, nei terreni della parrocchia e di cui ci parla ancora oggi Giuseppe Paroli: si andavano formando infatti nei campi pozze d’acqua in cui tuttavia gli animali non bevevano “perché l’acqua sopra aveva un panno indefinito e puzzava di uova marce”. 
Da questa casuale scoperta si succedono molte richieste di concessione di ricerca; nel 1875 vengono ceduti i diritti di concessione al signor Giovanni Dellamore (fratello di Natale, commerciante di Cesena e personaggio fra i più importanti dell’industria zolfifera romagnola dell’ottocento) nelle località “riunite in un sol campo” di Cafabbri, Brecciatinta e Cabernardi.
Dellamore nei lavori di scavo in località Cafabbri, imbattendosi in una discenderia iniziata dai suoi predecessori che era giunta a 85 metri di profondità senza portare alla luce tracce di zolfo, decide di scavare in un altro punto e qui, a soli 10 metri di profondità, trova un ricco banco di minerale di circa 1.70 m.
Nel 1878 la concessione di ricerca di Dellamore passa, con Regio Decreto del 6 giugno, nelle mani della società dei signori Francesco Armando e Eugenio Buhl e Andrea Federico Deinhard, una società tedesca che ha sede a Deidesheim in Baviera. Alla società tedesca viene accordata anche la concessione mineraria di Percozzone, che però resterà inattiva dal 1886 fino al 1919.
I decreti del Prefetto di Ancona per accordare concessioni di ricerca alla società tedesca si succedono per anni “ritenuto che le ricerche nelle località suindicate (Ca’ Fabbri, Brecciatinta e Cabernardi) hanno molte probabilità di buon esito in seguito ai risultati già accertati coi lavori eseguiti durante gli scaduti permessi”: questo è ciò che si legge nelle motivazioni delle varie proroghe.
Il buon esito in effetti si verifica quando la società tedesca trova uno strato solfifero della potenza di 10m per un quantitativo di circa 240.000 tonnellate di minerale: è l’occasione per chiedere la dichiarazione di scoperta e proclamare aperta la miniera con Decreto Regio 16 Aprile 1886.
Sappiamo che in soli dieci anni, dopo l’apertura ufficiale della Miniera di Cabernardi, tra il 1889 e il 1899 questa fu in grado di produrre 325.638 tonnellate di minerale dal quale vennero ricavati 65.517 tonnellate di zolfo grezzo, una resa destinata a moltiplicarsi esponenzialmente nel periodo tra le due guerre mondiali.

Pamela Damiani

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