Lettera aperta dai cittadini di Montelago

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Sassoferrato – In questi giorni è comparso sui muri della città un manifesto che è una “lettera aperta dai cittadini di Montelago, vicini, lontani e sparsi per il mondo” dal titolo: “Mini eolico, maxi schifo. 59,9 k wolte grazie” che di seguito riportiamo.

Protesta di Montelago contro eolicoEccola finalmente. La pala che svetta nella vallata di Pian Cerreto. Maestosa e ridente come una girandola che vibra libera nel vento. Noi montelaghesi e montelaghesi dentro siamo quasi commossi di fronte a tanta bellezza e grazia; siamo frastornati al cospetto di tale simbolo di modernità e tecnologia intelligente creata solo per noi, pensate, e senza scopo di lucro, che contribuirà di certo ad elevarci nello spirito e a scuoterci dal soporifero stato di montanari retrogradi e dotati talvolta anche di anello al naso.
Ci sentiamo stupiti ed ammaliati, come immaginiamo si siano sentiti i nostri padri o i nostri nonni quando per la prima volta sentirono una dolce melodia fuoriuscire da una sorta di scatola infernale che chiamarono radio. Ma come loro ci abitueremo presto a questa sensazionale novità che hanno voluto regalarci.
Il merito più grande di tale opera, che si potrebbe anche definire d’arte e di acutezza sopraffina, va al nostro intraprendente Comune, che vogliamo quindi infinitamente ringraziare.
59,9 KWolte grazie!
Il permesso accordato per l’elevazione verso il cielo della pala eolica rappresenta soltanto l’apice, l’emblema più alto del suo lavoro ed impegno dimostrato negli anni verso Montelago. È da sempre noto il suo instancabile zelo nella valorizzazione del nostro territorio con ogni tipo di iniziativa e promozione ricca di consistenza ed originalità, con grande cura per lo sviluppo turistico.
È proverbiale la sua capacità di ascolto e di confronto, la sinergia con tutti noi, la sensibilità e l’intelligenza dell’operato sempre finalizzati a rendere il nostro Montelago una specie di suo biglietto da visita verso il mondo. Il suo fiore all’occhiello. Inoltre ha sempre avuto il grande merito di intuire e captare le nostre esigenze ancora prima che noi stessi, da montanari quali orgogliosamente siamo, riuscissimo a focalizzarle. Ed in questo mondo… è la lungimiranza che fa la differenza.
Le istituzioni, invece, sono spesso lontane dalla gente, fino a diventare ostili entità astratte che si perdono nei meandri dei loro interessi discutibili, dimenticando facilmente il loro scopo di esistenza.
Un Comune di per sé, per esempio, non è niente se non un edificio. Esiste e si materializza lasciando traccia di se stesso interagendo con il proprio territorio, plasmandolo per il bene collettivo. Ed il suo territorio non è altro che il Comune stesso. Il loro rapporto è più alto di una simbiosi… sono la stessa cosa. La stessa cosa.
Verso se stessi sarebbe scontato agire essendo mossi soltanto dal rispetto e dall’amore. Tutto questo per dire che il nostro Comune non è assolutamente un edificio pieno di niente (?) bensì il perfetto esempio di amore per la sua collettività e quindi anche di dignità per se stesso. Che bella la dignità! Dignità più volte testimoniata da azione, coraggio, coerenza, trasparenza, dalla voglia di fare, dal migliorare e crescere insieme.
Davvero grazie per tutto questo. Ci sentiamo davvero fortunati.
Non dimentichiamo infatti che: ci sono paesi abbandonati al loro destino grazie alla politica del “non fare” o del “faranno gli altri”, o vittime predestinate di politiche sbagliate e impopolari.
Paesi che sono gioielli per gli occhi, scrigni di tesori naturalistici da scoprire e ricchi di potenziali risorse inespresse, completamente ignorati o addirittura danneggiati.
Paesi dove le istituzioni alzano il loro muro assumendo il ruolo della controparte presumibilmente troppo forte da combattere per i semplici cittadini. Paesi in cui i politici si ricordano di essere presenze reali in carne, ossa e sangue e non entità impalpabili ed eteree come le fate, soltanto quando c’è da farsi vedere per un attimo dalla gente a promettere.
Ma promettere che cosa?
Paesi dove la gente è davvero stanca di sentirsi rispondere con un inaccettabile “non lo sapevo”. E da chi? Dalle autorità che non possono non sapere ed hanno il dovere e la responsabilità delle loro risposte ai cittadini. E tra l’altro, che giustificazione sarebbe mai? Soltanto in un teatrino dell’assurdo il rifugio nel “non c’ero e se c’ero dormivo” potrebbe essere una giustificazione non paradossale.
Paesi dove bisogna alzare la voce… ma neanche la voce è sufficiente. A volte esplode con tutta la sua rabbia… a volte si ferma nella gola sconcertata dagli eventi. Si arriva al punto che: o si tace o si rischia comunque di perderla questa voce, non arrendendosi mai.
Ma tutto ciò non ci riguarda. Noi siamo quelli fortunati.
E purtroppo per gli altri, non siamo tutti di Montelago.

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