Pretendo il farmacista 3.0 per uscire dalla Riserva indiana

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farmaciaSassoferrato – L’idea di sviluppare una “sanità vicina” coinvolgendo la rete capillare degli sportelli postale come prescritto dalla recente convenzione (Articolo qui) tra la Regione Marche e Poste Italiane non è nuova.

Esiste nelle pieghe delle linee strategiche dell’area interna Alto Pesarese Basso Anconetano. L’area pilota che raggruppa i comuni di Acqualagna, Apecchio, Arcevia, Cagli, Cantiano, Frontone, Piobbico, Sassoferrato, Serra Sant’Abbondio. Ossia quella di considerare poste e farmacie, potenziali front desk operativi per aiutare il cittadino nei suoi rapporti con i servizi pubblici, in questo caso proprio con il sistema sanitario.

75647_534909986686736_2649262002629436720_nLuca Antonelli, farmacista a Sassoferrato, però ha fatto un passo in più e concretizzato l’idea offrendo a chi è in difficoltà di portare direttamente a domicilio i farmaci.

Attenzione – precisa – il servizio è la risposta ad una situazione emergenziale e straordinaria. Devono essere situazioni di effettiva difficoltà con una delega del paziente nel caso si debba entrare in contatto con il medico curante. In realtà non ho inventato niente, ma semplicemente realizzato sul piano locale un servizio già ben organizzato sul piano nazionale”.

Il riferimento è alla Federfarma, la federazione che raggruppa 16.000 farmacie convenzionate private che, dall’anno scorso, per rispondere ad una stagione estiva problematica per la popolazione anziana, ha image1organizzato un call-center che dirotta sulle farmacie richieste di farmaci. “Non è molto pubblicizzato – spiega Luca Antonelli – e riceve meno di una decina di richieste al giorno ma, da subito, l’ho visto come un servizio non banalmente utile ma  fondamentale per il nostro comprensorio che è esteso, abitato da anziani, gente che ha difficoltà a muoversi e soprattutto vive in frazioni ignorate dai trasporti pubblici.”

Un problema che anche il comune di Sassoferrato ha cercato di prendere di petto qualche anno fa convocando le tre farmacie del paese – una faceva ancora parte per metà del patrimonio comunale – per verificare se un sistema di rifornimento farmaci per casi particolari potesse essere istituito. “Il fatto è che nel nostro comprensorio, le farmacie hanno un ruolo maggiore – fa notare Luca. Non diamo solo farmaci ma siamo per i nostri clienti fonte di orientamento nel complicato sistema sanitario. Non a caso, da alcuni anni, lo stato ha creato il sistema DPC dove le farmacie distribuiscono medicinali per conto degli ospedali al fine di evitare al malato di dover andare direttamente nei plessi ospedalieri e senza aggravio di spesa.

Un ruolo che nei decenni scorsi si era molto affievolito e vedeva il farmacista più come un commerciante e non, come ad inizio secolo, un punto di riferimento con il dottore, la levatrice e i maestri di scuola, non solo per i cittadini ma proprio per chi amministrava.

Ed è forse quella la storica chiave con cui leggere la proposta che Luca Antonelli, per primo, ha messo in piede e sta proponendo a tutti i suoi colleghi.

12376757_526635437514191_1291486267944166199_nLuca, di fatto, non è un farmacista ma l’erede di una famiglia di farmacisti che, dal 1811, quando Domenico Vianelli, il suo antenato, da Fermo, scelse d’installare vicino ad una delle porte di accesso di Sassoferrato la sua farmacia, si mise al servizio del paese del Salvi.

Sotto la volta affrescata di via Mazzini, ben sei generazioni di farmacisti si sono succedute. Per precisione, la linea ha saltato una generazione quando il figlio di Domenico Vianelli, Francesco, lasciò la farmacia non al figlio ma a suo nipote anche lui di nome Francesco che lasciò l’attività a sua figlia Armida 12375154_526943334150068_3630714938028015824_oVianelli, che a sua volta la consegnò al suo primogenito Alessandro Antonelli, il padre di Luca. Insomma sembra che l’evoluzione dei servizi stia per fare un passo indietro e vede un farmacista che smette di concentrarsi sulla propria attività per andare all’incontro dei bisogni dei suoi clienti.

farmacia-slideIn realtà, il cambiamento è repentino proprio perché è multilevel. Il farmacista in questo nuovo scenario ha un ruolo maggiore che va di pari passo al network sanitario che si intravede nelle recenti modifiche imposte dal piano sanitario della Giunta del governatore Ceriscioli. Piano che in tanti rifiutano proprio perché il network nel quale ci si deve inserire non è pronto. Anzi in molti punti è solo una bozza.

Un network nel quale i farmacisti, interlocutori naturali dei pazienti, diventano operatori in grado di colmare parte dei bisogni e dei servizi rivolti ai cittadini. Soprattutto di quelli che vivono nelle aree disagiate, marginali, interne. Quelle come il nostro entroterra intorno agli Appennini, privo di servizi fondamentali. Figure conosciute che possono dare consulenze approfondite sui farmaci, disponibili per la piccola diagnostica, che orientano verso prestazioni specialistiche e possono consegnare farmaci a chi è in oggettive difficoltà. Figure fondamentali in questo scenario che vede una territorializzazione crescente della sanità.

 farmacia-dei-servizi Perché il farmacista del nostro prossimo futuro è un farmacista di comunità. Un farmacista di territorio, tassello della politica che delega le patologie croniche come il diabete e la prevenzione a presidi territoriali quali sono diventati i nosocomi di Arcevia, Sassoferrato e Cagli. Un farmacista che aiuta il paziente nella migliore gestione delle proprie cure e affianca i medici di base nel monitoraggio della continuità terapeutica.

Un ruolo che lo investe volente nolente. Per colpa o merito dell’informatizzazione della sanità. Di quel fascicolo sanitario elettronico on line – già realtà in Belgio – che consente la condivisione dei dati sul paziente tra tutti i professionisti che lo hanno in carico. Fascicolo che va di pari passo con il dossier farmaceutico, che traccia tutti i medicinali dispensati al paziente. Da quelli prescritti dal medico di famiglia, dallo specialista o in automedicazione. Fascicoli e dossier relativamente ai quali già si sta valutando come tutelare la privacy del paziente.

FarmaciaInsomma una sanità che vede nel web il suo database e fa di Luca Antonelli di Sassoferrato un farmacista 3.0 che forse riesce a compensare i disagi che ci fanno dire che siamo cittadini di serie “B” confinati in una riserva indiana.

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

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