Cena poetica alla Trattoria del Borgo

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12027324_469892143190509_3490919344177853957_oSassoferrato – Una serata speciale quella organizzata per stasera, venerdì 18 settembre, alla Trattoria del Borgo di Sassoferrato. Una cena poetica si legge nella locandina, in cui Maura legge Maura. Si tratta di Maura Misci, classe 1954, nata a Sassoferrato, professione agente di Polizia Municipale. Ma le sue passioni sono ben altre. Dal 1977 si occupa di teatro, messa in scena e studio sull’attore. Negli anni ottanta con il gruppo Shaula partecipa alla realizzazione di numerosi spettacoli d’avanguardia unendo l’attività teatrale con la ricerca poetica. È autrice di diverse pubblicazioni.
Nella prefazione al volume di poesie “Vento al sandalo” uno dei suoi amici di sempre, Luigi Garofoli, scrive di lei che per comprenderla appieno “devi conoscerla Maura“, infatti per chi non la conosce bene Maura è semplicemente la “vigilessa”, quella che “è lì in piazza, una dignitosa divisa, una Beretta calibro 9, un blocchetto per scrivere multe su cui vorrebbe scrivere versi“.
Maura però è altro, è un’artista, una poetessa dell’anima che sonda i meandri più nascosti dell’amore e della passione. Una passione elegante e profonda.
Mi piace pensare a lei come ad una moderna Erato (il cui nome deriverebbe da Eros), una delle nove Muse, figlie di Zeus e di Mnemosýne, che nel pantheon delle divinità greche rappresentavano l’ideale supremo dell’Arte. Perchè leggere le sue poesie è un’esperienza artistica intensa, di cui il lettore subisce l’effetto sia nel fisico sia nell’animo e viene trasportato in orizzonti lontani, quasi senza tempo, in cui si consumano passione e desiderio.
Questa sera, per rendere l’atmosfera ancora più magica, verrà accompagnata dalla chitarra di Simone Pierini.
Incontrarla di sera alle venti, in tenuta d’artista, è sempre un’occasione speciale” (L. Garofoli). Nell’attesa di ascoltare Maura leggere Maura, eccovi un’anticipazione.

Pamela Damiani

Mi perdo,
e mi perdo spesso,
affondando i pensieri
nel colore dei tramonti d’autunno
che dettano
parole e silenzi
in accordo perfetto.
Intreccio fraseggi
con il movimento delle foglie rosse
dei vitigni
o dei cespugli lontani e rossi
sulla collina.
Alla luce calante del sole
non posso non perdermi
e il sangue nelle vene
si confonde al rosso cielo
fusi entrambi
nell’inquietudine amorosa.
(da “Vento al Sandalo”, Sassoferrato 2011)

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