“Orto…landia”, il ricco orto bio dei Leprotti e delle Coccinelle

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Il banchetto

L'orto in fiore...

L’orto in fiore…

Bella festa venerdì 5 giugno nel giardino dietro le classe dei Leprotti e delle Coccinelle della scuola dell’infanzia Gianni Rodari. Anzi una gran bella festa con bimbi, genitori, nonni, la preside Carla Santini e il sindaco Ugo Pesciarelli. Tutti intorno a tavole imbandite di piatti a base di verdura e di frutta. Il che è piuttosto strano per bimbi così piccoli. Di solito si sa, tanto per essere sicuri, è meglio prenotare pizza e patatine e ogni tanto provare a convincerli a mangiare un po’ di verde. Eppure alla Rodari, i ruoli, venerdì, si sono ribaltati. Erano i bambini a stimolare i grandi a mangiare spiedini di frutta e piattoni d’insalata. Il risultato di un anno scolastico dedicato ad un vero orto biologico coltivato con il principio della biodiversità agraria.
Un’idea che da un po’ di tempo balenava nella testa delle loro maestre. Già ad aprile, l’anno scorso, Donatella, Lucia, Luciana e Stefania parlavano di lavorare sul concetto di un orto biologico. Poi, quando  l’Assam, acronimo di Agenzia Servizi Settori Agroalimentari delle Marche, ha indetto un concorso dedicato agli “Orti scolastici e biodiversità agraria”, per le “quattro moschettiere” non è stato un grosso impegno tradurre sulla carta il progetto, dargli il nome “Orto…landia!” ed inviare il tutto per plico raccomandato all’agenzia. La sorpresa però è arrivata a novembre. Il loro progetto era tra i 20 eletti. Settimo in classifica se si vuole essere precisi sui 120 elaborati giunti da tutte le Marche. In corredo: un vero tesoro. Non in soldi – ci sono ma è relativo- il bottino è una serie di sementi della tradizione contadina delle Marche e un doppio percorso formativo e di scambio d’esperienze presso la scuola Binotti di Pergola per le maestre. Scuola che da diversi anni lavora con i suoi alunni su un orto biologico sotto la guida di un agricoltore del posto.
“E’stato un altro modo di fare scuola – spiegano le maestre –. Lavorando sulla costruzione dell’orto, i bambini hanno applicato grandi principi come la pazienza, la cooperazione, il lavoro di squadra; capito l’importanza della conoscenza, che sono loro responsabili per primi dell’ambiente e soprattutto quanto il genuino è importante per la loro salute. Hanno anche  imparato a seminare, trapiantare, collegare paesi e prodotti come la cicerchia a Serra de Conti, o riconoscere la patata di Montelago, il mais ottofile di Roccacontrada, hanno pure affrontato il problema delle consociate, ossia delle piante amiche e nemiche, coinvolto la sapienza dei nonni ed acquisito nuove abilità nell’ utilizzare attrezzi”.
Visto da vicino, l’orto è pura meraviglia. “Merito – affermano le maestre –dell’aiuto di alcuni nonni, di Gloria Rossi e di Elisa della cooperativa Efedra”. C’è di tutto e di più. Fragole, lamponi, carote, sedano, cipolle, rosmarino, salvia perfino vari tipi di fagioli, alcuni crescono su canne messe a forma di tenda d’indiano. L’orto da diversivo è diventato un percorso interdisciplinare dove si intersecano la matematica, la geometria, l’educazione alimentare ed artistica, la manualità e i rapporti sociali, si fa pretesto per parlare di tradizioni e di cucina.
E’ vero. Hanno proprio ragione. Quest’orto biologico dedicato alla biodiversità agraria delle Marche è un altro modo di fare scuola.
Una scuola che vede i bimbi studiare nelle aule con lavagne interattive della webscuola 2.0  e applicare le loro conoscenze in quella a cielo aperto del contadino.

Véronique Angeletti

 

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??????????????La buonissima patata di Montelago??????????????

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