Mostra fotografica “Pantana nel tempo”

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pantanaTrecento fotografie cosa sono? Oggi con uno smartphone può bastare un pomeriggio per scattarle. Eppure c’è stato un tempo in cui per metterle insieme serviva un secolo e le immagini non raccontavano l’effimera spensieratezza di una scampagnata, ma documentavano la vita che scorreva lenta. Era il tempo in cui “selfie” era solo un suono incomprensibile, come il verso del diavolo. E non era forse una diavoleria quella fredda scatola con quell’occhio di vetro, dietro alla quale un uomo ordinava di non battere ciglio e poco dopo un lampo lasciava tutti ciechi per qualche istante? Trecento foto oggi sono il patrimonio della mostra “Pantana nel tempo”, esposta gratuitamente nell’omonima frazione di Sassoferrato fino alla fine della prossima settimana. <<Sono immagini che raccontano il nostro paese dall’alba del 900 fino agli Anni 70>>, spiega Sandro Poggi. Lui e sua moglie Marina circa un anno fa hanno raccolto un’idea lanciata da Angelo Ciccacci. <<Si pensava di raccogliere 30/ 40 foto da proiettare magari durante la festa del paese – racconta Marina – Ho lanciato diversi “appelli” attraverso Facebook e devo essere stata convincente visto che siamo arrivati a questo…>>. Marianaccio, Tollarone, Mengarelli, Guido alias Fogaraccio, Serafino, Egidio detto Capobianco (caposquadra delle battute di caccia). Nomi che si ripetono nei mille racconti sulla Pantana che fu, sviscerati dai vecchi all’ombra dell’ippocastano che domina la piazza. Personaggi mitici che da oggi hanno anche un volto per chi non li ha mai conosciuti. <<Purtroppo, ovviamente, non c’è tutto quello che sognavamo di documentare – spiega Sandro Poggi – Per esempio non siamo riusciti a trovare un’immagine che illustrasse per bene la chiesetta che una volta sorgeva all’inizio della strada che porta a Perticano. La foto più antica? Risale al 1912 o giù di lì e abbiamo potuto darle un’epoca per la storia che porta con sé. Si tratta di Marisanta Patrizi in braccio alla madre Caterina. Si fecero immortalare perché in partenza per l’America, ma poi affondò il Titanic (nella notte tra il 12 e il 13 aprile del 1912, ndr) e il viaggio fu annullato>>. Sandro e Marina, antiquari di professione, sanno come allestire una mostra. Come dare la collocazione ottimale alle immagini sui pannelli e valorizzarle con la giusta luce. Il problema è stato rendere pubblicabili foto mangiate dal tempo, o ingrandirne altre piccole come francobolli. <<No, non è stato facile: quando per la prima volta ho scannerizzato le foto e le ho portate in tipografia, mi hanno riso in faccia – ricorda Sandro – perché la risoluzione era troppo bassa. Così ho dovuto ricominciare da capo e scannerizzarle ad alta risoluzione, correggendo per quanto possibile i segni del tempo>>. Per noi che abbiamo già ammirato la mostra, il tempo speso da Sandro e Marina per raccontare il Tempo della Pantana non è stato sprecato. Le famiglie che hanno le radici in questo borgo (i Patrizi, i Parri, i Tribuzi, i Ligi, i Petrucci, gli Andreoli e i Betti) hanno potuto vedere (o rivedere) i loro avi, scorgere come gli anni hanno cambiato i luoghi. Sorridere nel vedere (o rivedere) immagini di momenti parcheggiati in un angolo recondito della memoria o rintracciati nei racconti di padri o nonni. Come quella degli scolaretti scesi giù in strada per guardare da vicino un’automobile, forse la prima arrampicatasi fin lassù ben prima che altre automobili più moderne portassero via, verso le città, i figli della Pantana. Figli tornati quasi tutti, puntualmente, a godersi le ferie sul monte, vestiti con jeans a zampa d’elefante ad ascoltare la musica che gracchiava dai primi mangianastri o giradischi portatili. Come da foto. E ora che la memoria è stata recuperata? <<Il cantiere resta aperto – spiega Sandro – per essere arricchito da altre immagini, altri ricordi. Per il momento potremmo fare un album di questa mostra, così da renderla archiviabile nelle librerie di chi vuole averla a portata di mano>>. Intanto è stato preparato un calendario, che può essere acquistato al costo di 10 euro e fino a esaurimento scorte. Una piccola spesa per una grande mostra.

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