La Devota Bellezza, la mostra che sorprende ed incanta

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La Devota Bellezza Sassoferrato Sassoferrato – Piazza gremita sabato 17 giugno per l’inaugurazione della mostra “La Devota Bellezza” dedicata al pittore seicentesco Giovan Battista Salvi. La presenza dell’intero paese, di innumerevoli sindaci venuti delle province di Ancona, di Macerata, del pesarese e della vicina Perugia dimostrano che la mostra è percepita come “un evento del territorio per il territorio“. Il che premia la tenacia con cui il sindaco Ugo Pesciarelli ed il presidente della Fondazione Carifac, Marco Ottaviani hanno impostato l’intera operazione.

Come significativa è stata la presenza dei vertici delle fondazioni La Devota Bellezza Sassoferrato Cariplo, Ermanno Casoli, Aristide Merloni e Fedrigoni, impegnate nel sostegno alla mostra e rilevante quella di tantissimi stakeholders della cultura e di artisti affermati del mondo della grafica, della pittura e della letteratura contemporanea.
A riprova che “La Devota Bellezza” è un solido progetto scientifico, non a caso affidato al maggiore esperto del Salvi François Macé de Lépinay e al professore Stefano Papetti, che per far crescere la conoscenza dell’artista, hanno ottenuto l’eccezionale prestito di 21 disegni dalla Collezione dei Reali inglesi e coinvolto collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
La Devota Bellezza Sassoferrato Un format da cavalcare “che fa leva sulle eccellenze del territorio per fare della cultura un motore di sviluppo“. Idea condivisa dal ministro Dario Franceschini rappresentato dal decano dei soprintendenti tra Umbria e Marche, Mario Squadroni. Insieme di ragioni che fanno de “La Devota Bellezza“, “la mostra delle mostre del 2017 della regione Marche” afferma Moreno Pieroni, l’assessore regionale al turismo e alla cultura delle Marche tanto per marcare quanto l’evento è straordinario.
Perché la devota, sacra, immacolata bellezza dell’arte di Giovan Battista Salvi (1609-1685) è una mostra dedicata al percorso creativo di un genio poco studiato anzi ignorato per tanti secoli dai critici e storici dell’arte. L’evento lega i suoi disegni all’opera compiuta basandosi sull’eccezionale prestito di 21 disegni preparatori concessi dalla Regina Elisabetta d’Inghilterra. Disegni acquistati da Giorgio III nel 1768 e che dimostrano “la stesura pittorica meditata ed attenta di questo grande pittore estraneo alla teatralità barocca quanto al naturalismo caravaggesco” commenta Stefano Papetti, il presidente del comitato scientifico della mostra sentinate.
La Devota Bellezza Sassoferrato L’idea di bussare alle porte del Castello di Windsor, in realtà, è del sindaco Ugo Pesciarelli. Venne a conoscenza dell’esistenza della collezione conversando con il massimo esperto di Giovan Battista Salvi, François Macé de Lépinay.  “Disegni importanti” commenta il conservateur francese, commissario scientifico de “La Devota Bellezza” ma anche curatore dell’evento dedicato all’opera del Salvi a Sassoferrato che, nel 1990, pose alla ribalta il Salvi sull’onda lunga del critico Federico Zeri. “Testimoniano dei primi pensieri del pittore, il suo senso dell’osservazione, la sua spontaneità. Meticolosamente quadrettati sono scrupolosamente ed integralmente riportati nei dipinti e diventano tappe fondamentale dell’ideale del Sassoferrato e confermano la coerenza e l’elevata ambizione della visione dell’artista.
La Devota Bellezza Sassoferrato Il risultato è “La Devota Bellezza”, una mostra imperniata su disegni mai visti prima e su capolavori provenienti dalle Marche, dall’Italia e da altri paesi. Una sessantina di opere dislocate in un percorso studiato da Stefano Papetti con la complicità di Patrizia Rosazza Ferraris così lineare ed iconograficamente vincente da dare alla mostra una caratura ancora più speciale.
Oltre al prestito reale, la mostra vanta altri scoop. Allestendo disegni recto-verso in teche speciali al fine di vedere ambedue i lati, la luce ha fatto risaltare la filigrana in un disegno di proprietà del comune di Monte San Giusto (MC) confermando che il Salvi lavorava su carta di Fabriano. Come sarà la prima volta che una delle sue rare opere di grandi dimensioni, la pala d’altare di Santa Sabina, uscirà dalla Basilica di Roma per essere esposta ai Scalzi i primi di agosto.
Una mostra dedicata a Federico Zeri che per primo scoprì il genio del Sassoferrato su cui “La Devota Bellezza” procede nell’alzare il sipario.
Véronique Angeletti@civetta.tv
Fotoreporter Tiziano Ciocci

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