Quando un paese non sa costruire, significa che non ama i suoi figli

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20160826_110712Aquila – “I nostri ragazzi sono morti due volte. È come se lo Stato non si sia preso cura dei nostri figli“. Chi parla è Antonietta Centofanti. È la zia di Davide, 19 anni, morto nella Casa dello Studente nella notte dal 5 al 6 aprile 2009 quando il terremoto colpì l’Aquila. È morto con altri 7 studenti ed un giovane vigilante. Non era rientrato a casa per le vacanze di Pasqua. Voleva preparare un esame per guadagnare altri crediti e garantirsi la borsa di Studio e dunque l’alloggio alla Casa dello Studente. Oggi, sua zia è il presidente del Comitato Familiari Vittime della Casa dello Studente e con amarezza dichiara che “suo nipote e i suoi amici sono morti per la seconda volta“.

20160826_155325Seguendo La7 – racconta – ho visto sulla targa di una scuola di Amatrice, credo il plesso scolastico Romolo Capranica, l’anno  2012. E dopo una piccola ricerca, ho visto che era stata restaurata quell’anno secondo le norme anti-sismiche. Praticamente tre anni dopo il disastro dell’Aquila. Eppure nonostante ciò è crollata, è distrutta. Il che ha reso di nuovo una scuola uno dei simboli e una delle vergogne di un altro terremoto che ha devastato a distanza di sette anni la nostra Italia Centrale.

Se questa ennesima tragedia si fosse verificata il 24 settembre alle ore 9,00, anziché il 24 agosto, alle 3,36 noi avremmo perso un’altra generazione di ragazzi che si sarebbero sommati ai  bambini di San Giuliano di Puglia, ai ragazzi e alle ragazze della Casa dello Studente e del Convitto Nazionale. Bambini e ragazzi che sono morti, e ancora una volta, invano. Questa Italia è un paese che non ama e non protegge i propri figli, ma li uccide. I lavori di ristrutturazione per un importo di 511.297 euro della Regione Lazio cofinanziati dal comune per 106.000 mila furono realizzati dall’Impresa Consorzio Stabile Valori di Roma. Da aggiungere, inoltre, i 20160826_155253 (2)duecentomila euro di contributi erogati dalla Provincia di Rieti tramite la Regione Lazio dopo il terremoto del 2009 dell’Aquila. Mercoledì 24 agosto 2016, ad Amatrice, la scuola di notte si è polverizzata. È troppo chiedere nome e cognome dei tecnici artefici di questo esito, nome e cognome di chi, a livello istituzionale, ha omesso i controlli e chiedere ai media di aprire una finestra su questo vergognoso e immorale episodio?“.

E ci riuscirà. Il suo comunicato stuzzicherà riflessioni in numerosi 20160826_155451giornali. Questa mattina era sulle onde della RTBF, la radio pubblica belga e questa sera la si vede e la si legge su Civetta.tv.

Fiduciosi che forse quest’ennesima catastrofe cambierà qualcosa nel nostro Bel Paese.

Véronique Angeletti@civetta.tv

 

 

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