L’Italia si allarga ed ecco la sequenza nei nostri Appennini centrali

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sequenza sismicaAndrea Dignani è un geologo che ha lo studio a Jesi e si è laureato in Scienze Geologiche all’università di Camerino. Nel suo solito modo chiaro e completo, spiega cosa sta succedendo ai nostri Appennini sotto l’effetto di un stiramento della Penisola che guadagna in larghezza ogni anno millimetri, ogni millenni centinaia di metri; ogni milione di anni, chilometri.

“L’Appennino umbro-marchigiano è una tipica catena a falde e pieghe (fold and thrust belt), derivata dalla deformazione dei bacini sedimentari con il probabile coinvolgimento del basamento crostale della Placca adriatica. Questo quadro tettonico è causato dalla placca africana che si muove verso quella europea generando un forte campo di forze compressive e distensive. Il meccanismo responsabile della genesi degli ultimi terremoti – come Amatrice, L’Aquila o Sellano – è ben noto in letteratura ed è associabile all’azione di collasso gravitativo della catena appenninica verso Ovest, mentre la struttura che praticamente

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Andrea Dignani intervistato da Luciano Arcangeli della RTbF, Radio Pubblica Belga

della catena appenninica muove verso Nord Est.

In sostanza, una volta formata la catena appenninica, l‘apertura del mar Tirreno (un oceano dal punto di vista geodinamico) ha generato un vero e proprio disequilibrio gravitativo della catena appenninica stessa verso ovest, proprio verso il mar Tirreno.
Tale richiamo, accompagnato dal relativo “sprofondamento” della catena stessa, è responsabile della genesi delle tipiche conche intrappenniniche quali quelle di Terni, Norcia e Amatrice appunto, Rieti, L’Aquila, Avezzano, Sora e Cassino.
Si possono misurare gli effetti dell’ultimo terremoto ?
Certo. Utilizzando i dati del satellite giapponese ALOS 2, ottenuti tramite progetti scientifici, un team di ricercatori di CNR e INGV ha misurato con alta precisione i movimenti permanenti del suolo originati durante il terremoto, utilizzando la tecnica dell’Interferometria Differenziale. Essa consente, confrontando immagini radar acquisite prima dell’evento con immagini successive al sisma, di rilevare deformazioni della superficie del suolo con accuratezza centimetrica. In particolare, è stato evidenziato un abbassamento del suolo a forma di cucchiaio che si estende per circa 20 Km in direzione Nord ed ha un valore massimo di circa 20 centimetri in corrispondenza dell’area di Accumoli.”
Véronique Angeletti

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