CNA: 2012 difficile e 2013 ancora in salita

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Esaminando i dati del centro studi Sistema CNA Marche, dati che mettono a confronto il 2011 e il 2012 fino al III trimestre 2012, possiamo affermare che si conferma un dato generale negativo per l’economia dell’area di Fabriano. La cosa che ci preoccupa maggiormente è il fatto che la situazione di grave crisi che interessa questa zona perdura da troppo tempo ed ad una crisi industriale tra le più rilevanti nel panorama italiano se non europeo si è sommata la recessione dell’area euro che ha pesato in maniera particolare sul nostro paese. Nella nostra esperienza quotidiana notiamo che alla scomparsa consistente di aziende storiche di vari settori non segue più quel ricambio costituito da aziende giovani con una struttura aziendale in grado di garantire la continuità aziendale nel corso degli anni, troppo spesso assistiamo alla chiusura di neo imprese dopo poco tempo. Analizzando i dati nello specifico vediamo che alcuni comparti che un tempo trainavano l’economia del territorio sono sempre più ridimensionati, il comparto della manifattura registra un saldo negativo di 18 posizioni con 11 iscrizioni e 29 cessazioni nell’area fabrianese, andando ad analizzare le categorie ci accorgiamo che il tessile abbigliamento rispetto al 2011 in termini percentuali segna un –15,1 % contro un trend provinciale per lo stesso settore di –2,9% ( da segnalare l’entrata in crisi di diverse imprese locali strutturate della moda), la metalmeccanica segna un – 6,3% contro un 2,7 % a livello provinciale. Il settore edile non è da meno con i dati generali e venendo da anni di forti contrazioni anche nel corso del 2012 segna il passo con un –1,1% rispetto all’anno precedente. Per trovare dati in controtendenza occorre andare sul settore terziario con un + 1,2 % rispetto al 2011, questo dato è il frutto un buon andamento del settore legato alla ristorazione che segna un + 2,7 % rispetto al 2011 in questo caso stiamo parlando di nuove imprese che si sono costituite nel corso del 2012. Se prendiamo in esame le iscrizioni e le cancellazioni nel corso del 2012 fino a settembre, l’edilizia vede la nascita di 16 nuove imprese e la cancellazione di 28 posizioni con un dato di –12 nel suo complesso, il trasporto continua a soffrire una crisi strutturale e di settore con una sola attività avviata e 10 cessazioni, il commercio all’ingrosso segna un differenziale negativo di 20 posizioni ( 7 aperture contro 27 chiusure), il commercio al dettaglio vede la seguente situazione 24 aperture e 40 chiusure – 20, nel complesso prendendo in esame tutti i comparti vediamo la nascita di 211 attività e la chiusura di ben 255 imprese, con un – 44 che pesa sull’intera sistema economico dell’entroterra. Visto lo scenario la CNA di Fabriano sottolinea l’esigenza in primis di difendere e guidare la riconversione del sistema di piccole imprese locali che necessitano di aiuti per riproporsi su nuovi mercati non solo locali ma nazionali e perché no internazionali, cercare di innovare il prodotto ed il processo produttivo, dotarsi di reti commerciali in grado di assolvere al meglio la ricerca sempre più difficile e necessaria di nuovi clienti, per fare tutto questo occorrono risorse che vanno trovate da parte delle istituzioni politiche, economiche e finanziarie a tutti livelli, dall’altro lato occorre incentivare e sorreggere al meglio la nascita di nuove imprese che abbiano un progetto sostenibile e molto spesso queste idee non si concretizzano per mancanza di risorse da parte di giovani che ci mettono impegno e testa ma non disponendo di risorse finanziarie proprie non riescono senza l’ausilio delle banche ad avviare una attività. Chiudo segnalando che per le nostre ditte il ricorso alla cassa integrazione ordinaria ed in deroga nel corso del 2012 è aumentata sensibilmente, questi strumenti sono essenziali per tamponare un emergenza ma in mancanza di progetti per il futuro e per la ripresa rischiano di essere solo strumenti di conservazione dell’esistente che una volta terminati lasceranno il territorio nel più grande disagio economico e sociale, occorre far presto.

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