L’importanza del tavolo tecnico di Fabriano Fabbrica Etica Diffusa

Condividi su Facebook

20160311_102906Fabriano – Un altro step per Fabriano Fabbrica Etica Diffusa. Di quelli importanti. Prende il via il tavolo tecnico in regione il prossimo 14 aprile presso l’assessorato regionale Industria ed Artigianato. Sarà coordinato per le associazioni di categoria dall’Ing. Franca Fedeli e per gli enti locali dall’assessore di Fabriano Leonardo Meloni.

Per chi non lo conosce, FFED è un progetto ideato da imprenditori del comprensorio decisi a produrre nel nostro entroterra prodotti che acquistano in altri paesi. Insomma è un progetto dove fabbrica sta per unità produttiva al servizio di aziende che già esistono; etica perché vuole creare posti per chi ha perso lavoro per colpa di un’internazionalizzazione che puzza di delocalizzazione; diffusa poiché coinvolge l’entroterra montano a cavallo delle province di Ancona e Pesaro. Quanto alla parola Fabriano non è solo una georeferenziazione ma un nome legato alla capacità d’impresa, alla competenza di aziende che vantano numeri, che si presentano forti di nuove versatilità ma soprattutto che hanno già dimostrato di avere conoscenze e l’esperienza di chi, per decenni, si trovava all’interno della locomotiva che trainava l’economia marchigiana e non solo. Leggere qui un articolo di Civetta dedicato al progetto.

20160311_102830Uno step, quello del tavolo tecnico ottenuto in regione, da collegare alla visita dell’assessore Manuela Bora dell’ 11 marzo scorso. Visita su invito del sindaco Sagramola e dell’assessore Meloni che a palazzo Chiavelli aveva radunato tutti gli attori-protagonisti di questo Protocollo Fabriano Fabbrica Etica Diffusa.

L’obiettivo – ha spiegato quel giorno il sindaco fabrianese all’assessore regionale – è di ricostruire distretti non basandosi sul concetto delle filiere ma in un modo traversale“. Parola che è la chiave che fa di FFED un progetto intelligente e differente.

Perché quel progetto su iniziative di alcuni privati ha di fatto subito coinvolto tutte le categorie. Ha costretto industriali, artigiani e commercianti ad intrecciare idee, a lasciare briglie sciolte alla progettualità, a credere nella condivisione, a fidarsi del fatto che i risultati si ottengono con le sinergie. Una visione che si è concretizzata con un protocollo presentato nel giro di quattro mesi a tutti i consigli comunali. Comuni che aderendo hanno dato al progetto integrato una veste pubblica dando ancora più forza al FFED per bussare alle porte dell’assessorato regionale Industria ed Artigianato, lì dove concentrano i fondi regionali, nazionali ed europei.

20160311_102908Poi il fatto che non si parli solo di prodotti, di costi, di dinamicità o di innovazione ma sul tavolo – almeno nelle presentazioni del 11 marzo all’assessore Bora – ci siano enti locali che guardano al di là dei confini provinciali e regionali (dichiarazioni dei sindaci di Fabriano e Genga); imprese che vedono nel progetto opportunità  di crescita e di business (intervento di Morgan Clementi presidente Confindustria Fabriano); imprenditori che possono dare indirizzi alla regione sul problema della competitività e della concorrenza sleale in Europa (Urbano Urbani – Made in Fabriano); associazioni che vedono nel piano di sviluppo del territorio un nuovo assetto produttivo e sociale (Mauro Cucco della CNA), la presenza dei Temporary Manager e la necessità di inserire verifiche reali di crescita (Rossi della Confartigianato).

Inoltre va detto che il protocollo FFED si presenta al tavolo tecnico presso l’assessorato Industria ed Artigianato in una data particolarmente azzeccata.

In un momento in cui l’area fabrianese, considerata area territoriale colpita da crisi diffusa delle attività produttive, avrà, per interventi finalizzati alla mitigazione degli effetti delle transizioni industriali sugli individui e sulle imprese, come le aree del mobile di Pesaro e quella del Piceno, accesso a ben 17 milioni di euro.

E quando è stato finalmente pubblicato sui siti del ministero Sviluppo Economico e di Invitalia, la circolare attuativa dell’Accordo di programma per gli interventi di reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi del gruppo Antonio Merloni. La famosa circolare della legge 181/89 che prevede il sostegno al rilancio e alla riqualificazione del tessuto produttivo locale, oltre al reimpiego dei lavoratori della Merloni e dovrebbe far ricadere sull’Umbria e le Marche 35 Milioni per Umbria e Marche a cui si sommano altri 9 Milioni riservati solo ed esclusivamente ai comuni di Fabriano e Nocera Umbra per progetti specifici finalizzati al rilancio degli assets produttivi. Attenzione, la circolare prevede la consegna di progetti dal 1 al 30 giugno 2016.

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *