Cronaca annunciata di un sciopero

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20150903_101840Cerreto d’Esi –  Questa non è la semplice cronaca di una giornata di sciopero ma  la cronaca di un’azienda che nonostante abbia ordini  potrebbe chiudere. La cronaca della Best Spa di Cerreto d’Esi. Azienda di proprietà della multinazionale americana Nortek Inc., leader mondiale nel settore del trattamento dell’aria domestica, specializzata in cappe aspiranti.  Un scenario pessimistico che calza una situazione che ogni anno peggiora  nel suo capitale umano.  La Best ha attualmente  meno di un quarto della forza lavoro di cui disponeva pochi anni fa e martedì 31 agosto si è aperto un ennesimo capitolo. Mentre i sindacati incontravano i vertici Best per parlare d’investimenti, sono usciti dalla riunione con un piano di mobilità già avviato con l’Inps per 55 lavoratori. Un fulmine a ciel sereno visto che l’azienda sembrava vivere una fase di ripresa accumulando ultimamente ottime commesse.

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Quando lunedì 30 agosto, hanno riuniti i capi area del montaggio – spiega Marina 54 anni, da 33 anni all’assemblaggio alla Best di Cerreto – ci hanno detto che non dovevamo allarmarci delle cifre che sarebbero state comunicate dall’azienda all’indomani. Come se cinquantacinque colleghi in mobilità non fosse per niente grave. Non è grave, è gravissimo, perchè rimette in questione tutti i sacrifici che abbiamo fatto finora. Rende inutile la perdita di lavoro di centinaia dei nostri colleghi che negli anni sono andati via sperando che avevano lasciato un posto di lavoro a qualcuno”.

Per Umberto, 41 anni, alla Best dal 2003, lunedì è stato lo stesso scenario, forse peggio. “Siamo stati tutti convocati. Tutti quelli del settore della meccanica. I dirigenti ci hanno chiesto di non chiedere né ferie, né permessi durante il prossimo mese di settembre perché erano in ordine ottime commesse. Ovviamente quando l’indomani, i sindacati ci hanno detto che 55 di noi dovevano andare in mobilità siamo rimasti malissimo”.  Anche Michele, 39 anni, all’ufficio tecnico  da diversi anni conferma il paradosso. “Mettono in mobilità lavoratori mentre stavamo progettando ed adattando nuove proposte per nuovi clienti posizionati nei mercati in crescita”.

20150903_120245Una tattica – quella di calmare tutti – che ricorda purtroppo quando la Best Spa aveva dato un premio ferie a tutti i suoi dipendenti di Montefano per il ponte dei Santi. Una lunga settimana di premi durante la quale la multinazionale aveva cambiato serrature, portato via stampi e macchinari e  smantellato e trasferito in un notte l’ intero stabilimento.

DSC_0860Mentre operai ed impiegati stavano presidiando l’azienda, di pomeriggio, in regione, Fiom-Cgil, Fim-cisl, Uilm e Rsu, erano ad Ancona per incontrare  l’assessore  regionale al lavoro Loretta Bravi. Unanimi hanno chiesto il ritiro della procedura di mobilità per i 55 lavoratori sul tono dell’abbiamo già abbastanza dato che in cifre si traduce con un da 850 siamo passati a 203 pertanto altri 55 non è possibile. Sono anche categorici: la regione deve convocare i vertici della Best, fissare una data ( il 8 settembre) e sul tavolo si discute insieme del vero progetto industriale  aziendale. Quello stesso di cui pensavano di parlare martedì 31 agosto. Progetto di cui la regione dovrebbe aver memoria. E se manca basta andare sul suo proprio sito nella parte “istruzione -formazione-lavoro” della regione dove sono scritti nero su bianco intenti ed impegni. E tanto per agevolare abbiamo messo link e testo negli approfondimenti… Affinché il titolo della prossima riunione non sia “Cronaca di una chiusura annunciata” ma “Cronaca del Picchio che difende le Marche” con al tavolo pure i sindaci eletti dalle famiglie dei lavoratori che vivono a Cerreto d’Esi,  Fabriano, Sassoferrato,  Genga e  Serra San Quirico.

Véronique Angeletti

Riflessioni…

20150903_120436Sarà un cliché, ma la bandiera che nonostante sia caduta a terra continua a fluttuare, mi fa pensare ai duecento uomini e donne che a Cerreto, ieri ed oggi, hanno scioperato  davanti alle porte della Best Spa, la loro azienda. Di primo impatto, appaiono come le bandiere ripiegate su se stesse. Quelle messe in bella vista nella mega rotatoria costruita dalla Provincia per agevolare  il traffico verso il capannone  di proprietà della Nortek. Trasudano di amarezza e pure di sfiducia. Ma sono anche come quella bandiera a terra. Quella che si muove per inseguire un alito di vento e  riesce a fluttuare in aria. E’ tale quale a quegli uomini e a quelle donne che, caparbi e tenaci, hanno ancora speranza. Semplicemente perché sanno che la loro azienda ha grande potenzialità. Un potenziale che non si vede, che non si vuole vedere nei libri contabili sfogliati negli States da amministratori anonimi per rendere conto ad azionisti anonimi. Un potenziale che non si fa leggere dai bit del portatile dell’amministratore delegato di turno. Sanno che quel potenziale sono loro. Sono le loro mani, le loro teste, nel fatto che sono specializzati, che sanno curare i dettagli, costruire progetti, adattarli ai clienti. Sanno che sono risorse che la politica non può continuare a lasciar trattare come merce. A consentire alle multinazionali di disprezzare il saper fare perché devono correre dietro a bilanci semestrali che condizionano le quotazioni di brand senza anime in borsa. Brand che però hanno un prezzo che fanno pagare ai loro ex lavoratori, alle loro famiglie, ai distretti che si sono creati intorno a loro, ai comprensori che hanno investito in infrastrutture, alle province, alle regioni che hanno pilotato ed indirizzato fondi, aiuti e agevolazioni pensando investire nel futuro delle comunità.

Véronique Angeletti

Per approfondire, basta ricordare…

http://www.istruzioneformazionelavoro.marche.it/Dettaglionotizie/TabId/486/ArtMID/1551/ArticleID/170/CategoryID/31/BEST-SPA-di-Cerreto-D%E2%80%99Esi-conclusa-la-vertenza–110-lavoratori-andranno-in-mobilita%E2%80%99.aspx

Dal sito della regione Marche-

BEST S.P.A. di Cerreto D’Esi, conclusa la vertenza: 110 lavoratori andranno in mobilita’

 mercoledì 20 marzo 2013
 “Accettare il licenziamento di 110 lavoratori non è cosa lieve, pur nella presa d’atto del  raggiungimento di un accordo che prevede incentivi all’esodo,  la volontà dell’azienda di investire nuove risorse in questo stabilimento e l’impegno  di riassumere eventualmente i lavoratori non ancora ricollocati. La Regione ha seguito costantemente le vicende di questa impresa, da molto tempo, esprimendo tutto il disappunto già per la chiusura dello stabilimento di Montefano e la relativa delocalizzazione in Polonia.  Amareggia naturalmente oggi l’epilogo di questa vertenza perchè costituisce un segnale di ulteriore difficoltà per il settore degli elettrodomestici e resta una magra consolazione essere riusciti nella trattativa a ridurre da 125 a 110 il numero dei lavoratori che saranno messi in mobilità. In tale triste situazione non resta purtroppo che una sincera solidarietà alle famiglie dei lavoratori nella consapevolezza di aver tentato,  insieme alle organizzazione sindacali,  tutte le strade possibili per attenuare le conseguenze negative.”
Sono le parole dell’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti al termine della riunione tenutasi ieri in Regione per la conclusione della vertenza Best di Cerreto D’Esi, aperta con la procedura di mobilità avviata il 3 gennaio scorso per 125 lavoratori, per necessità di riorganizzazione aziendale .
All’incontro  erano presenti i rappresentanti di FIM CISL , FIOM CGIL, UILM UIL nonché le RSU e per la proprietà Roberto Leo, Lorenzo Bagnasco e Maurizio Bucci, assistiti da Stefano Sansonetti e Paolo Centofanti di Confindustria Marche.
L’accordo raggiunto ieri prevede l’apertura di una procedura di Cassa integrazione che riguarderà tutti i dipendenti  fino a dicembre 2013 e una contestuale mobilità di 110 lavoratori,  la cui uscita sarà regolata da incentivi all’esodo volontario: chi deciderà di uscire entro il prossimo 8 aprile riceverà un incentivo  pari a 28 mila euro, coloro che decideranno entro il 30 settembre prenderanno un incentivo di 20 mila euro. Oltre tale termine non si ha più diritto all’incentivo.
Nell’accordo è previsto anche l’impegno dell’azienda ad investire ulteriori capitali per la riorganizzazione entro i prossimi nove mesi , vale a dire 902 mila euro ( 366 mila nel primo semestre del 2013 e 536 mila nell’ultimo). Se da tale operazione di investimento emergessero necessità di nuove assunzioni, c’è l’obbligo da parte dell’azienda di riassumere i lavoratori precedentemente messi in mobilità e non ancora ricollocati sul mercato del lavoro.
La Best S.p.A., società di produzione di cappe aspiranti da cucina e che occupava 309 lavoratori ( 232 operai e 77 impiegati), aveva già dato segnali di difficoltà nel 2008 per poi passare in cinque anni ad un calo di vendite di oltre il 25% a causa della crisi globale, calo che corrisponde in termini di fatturato ad una diminuzione da 127 milioni nel 2007 ai 55 milioni del 2012. E tale situazione aveva già indotto la società a fare ricorso, nel perdurare di una crisi strutturale e di riorganizzazione, agli ammortizzatori sociali tra i quali la Cassa integrazione ; nel 2011 poi erano stati licenziati 57 dipendenti e con un’ulteriore procedura di mobilità, nel 2012, altri 49 lavoratori.

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