“Giù le mani dal pozzo del Burano”

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DSCN1519Cagli – Tornano a farsi sentire i cosiddetti paladini dell’acqua, nella fattispecie i cittadini facenti capo alle associazioni Go Giovani Oggi, Pro Nerone, Lupus in Fabula, Progetto Acqua, Coordinamento Provinciale Acqua Bene Comune, senza dimenticare i tanti volontari delle valli Bosso e Burano. “No alle captazioni al pozzo del Burano”. L’estate attuale caratterizzata da caldo e siccità ripropone una questione di vecchia data, ovvero la possibilità di captazione con acqua destinata all’acquedotto di Pesaro. Da anni, ambientalisti e residenti della zona in prima fila, con comitati e altre associazioni, si oppongono ai numerosi tentativi anche recenti di prelevare addirittura fino a 400 l/s quelle acque profonde tra Cagli e Cantiano. I comitati anche in questa occasione hanno sottolineato l’opposizione a ogni tipo di prelievo dal pozzo del Burano e dai sistemi profondi dell’Appennino marchigiano se non in caso di emergenza (ai sensi della LR 5/2006 art 1 comma 2). Da giorni sul posto sono comparsi lenzuola e striscioni di protesta che rivendicano la difesa dei beni comuni recanti scritte “Acqua uguale democrazia”, “Giù le mani dal pozzo del Burano” e altri del genere. La battaglia continua. Circa un anno fa, venne promossa una giornata a difesa del pozzo. Presenziarono anche il consigliere regionale Gino Traversini, il sindaco di Cagli Alberto Alessandri e Tonino Mattiacci del coordinamento dei sindaci del Catria e Nerone. Ci fu una raccolta di firme del comitato per la difesa delle Acque del Catria e del Nerone con numerose adesioni. Nell’occasione fu ribadito un concetto: secondo vari portavoce dei comitati presenti, la quantità di risorsa necessaria a soddisfare i bisogni della Provincia di Pesaro-Urbino può essere recuperata attraverso normali pratiche di contenimento degli sprechi e politiche di risparmio. Nella provincia di Pesaro e Urbino gli acquedotti sono obsoleti, con perdite oltre il 40 per cento fu sottolineato. L’accusa è che il piano anconetano ha un’impostazione generale che anziché mirare al risparmio della risorsa mira al prelievo continuo delle falde profonde e diminuisce il controllo pubblico concedendo grande potere al gestore.

Guido Giovagnoli

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