Dove Cesare Borgia strangolò Giulio Varano, Signore di Camerino

Condividi su Facebook

Rocca di PergolaPergola – Uno dei luoghi più suggestivi della città dei bronzi è certamente la Rocca  che,  restaurata diventerebbe una eccezionale  attrattiva turistica.  Si tratta di una antica fortezza costruita dal Duca di Urbino Federico da Montefeltro. Qui avvenne uno dei fatti più sanguinari del Cinquecento, dal quale è nata una leggenda di fantasmi che, per secoli, ha convinto i pergolesi che il luogo fosse maledetto.  Nel 1502, Pergola venne occupata dal feroce principe Cesare Borgia, detto il Valentino, che fece imprigionare  nella Rocca di Pergola il suo nemico  Giulio Varano, signore di Camerino, e i tre figli Piero, Venanzio e Annibale.  La sera del  30 ottobre del 1502, il Valentino  strangolò con le proprie mani i quattro prigionieri  e, da quella sera, è nata la leggenda dei rantoli  dei prigionieri uccisi che si sarebbero uditi passando vicino alla Rocca.  Altre leggende  riguardano i rumori inquietanti che si udivano nelle cantine dei palazzi storici pergolesi. In particolare  nel palazzo Malatesta, vicino alla Rocca, dove i feudatari riminesi tenevano prigionieri i nemici. Alla fine del Settecento il palazzo divenne la sede della zecca di Pergola e nel 1930 venne acquistato dal Comune che lo adibì a carcere mandamentale.  Qui i detenuti affermavano di essere terrorizzati dai  rumori e dai lamenti  che udivano provenire dal sottosuolo e che erano sicuri fossero di spiriti che vagavano nel palazzo. Ma la realtà è molto diversa. La spiegazione del fenomeno la diede anni fa lo storico di Pergola Sandro Sebastianelli  (1917-2005).  Dalla Rocca partono numerose gallerie che si diramano attraversando il sottosuolo in varie direzioni.  I rumori sono dovuti a pietre che si staccano dalle volte dei cunicoli, mentre i sibili, scambiati per lamenti, sono causati da correnti d’aria che attraversano le cantine un tempo collegate ai sotterranei.  Questa la spiegazione degli strani rumori e lamenti che, per secoli, hanno creato la leggenda, ma resta comunque la suggestione di un luogo ricco di storia che dovrebbe essere maggiormente valorizzato.

Giuseppe Milito

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *